1918. Gerrit Thomas Rietveld. Inizio produzione 1973.
La poltrona Red and Blue, rappresenta un modello iconico disegnato da Gerrit T. Rietveld nel 1918. Realizzata con struttura in faggio tinto nero con sedile blu e schienale rosso in multistrato laccato. Linee e piani sono organizzati in una composizione verticale – orizzontale, collegandosi l’un l’altro senza alcun incastro. Alle soglie degli anni ’20 , a conclusione dei conflitti bellici che insanguinarono l’Europa, in un clima particolare, iniziarono le più elettrizzanti “battaglie” del design che andavano alla conquista di un riconoscimento artistico e sociale. Nel 1917, in Olanda, a dir la verità questo rinnovamento era già iniziato e questo lo si poteva evincere dalle pagine di “De Stijl”, la rivista di Arte & Architettura fondata da Theo Van Doesburg per dare voce al Neoplasticismo; questo movimento derivava dal cubismo e mirava al raggiungimento di un’arte universalmente oggettiva, utilitaria, astratta ed essenziale. Da qui: uso esclusivo dell’angolo retto e dei colori primari che , identificati come elementi obiettivi per eccellenza, in questo modo avrebbero soppresso ogni slancio creativo individuale, contribuendo ad eliminare il “senso tragico della vita”. Anche l’arte dell’arredamento attirata da questo nuovo spirito figurativo, grazie al contributo dell’ebanista Gerrit Thoma Rietveld. Rietveld riuscì a trasformare il più comune degli arredi, la sedia, in una sorta di manifesto del Neoplasticismo. La sedia Rosso – Blu, pur essendo realizzata in legno, contraddiceva ogni regola della tradizionale ebanisteria:
– non presentava incastri;
– non presentava torniture;
– non presentava incollaggi;
Il suo sistema strutturale si basava sull’incrocio di travetti a sezione quadrata o rettangolare, che si univano per tangenza o per sovrapposizione e resi solidi da viti di legno. La seduta e lo schienale, sostenuti da questa maglia spaziale, erano ridotti a due semplici piani obliqui destinati a non toccarsi mai. I principi del Neoplasticismo erano qui tutti presenti:
– Scomposizione del volume in piani e in listelli immaginariamente allungabili all’infinito;
– Adozione di equilibri dinamici;
– Impiego di angoli a 90°;
– Uso dei colori primari, che occultando le venature del legno andavano ad eliminare ogni riferimento naturalistico; i colori primari venivano messi in collaborazione dal nero, considerato dai pittori Neoplastici un “non colore” al pari del bianco. Andando a realizzare un prodotto di “arte applicata” utilizzando gli stessi principi delle arti pure, Rietveld raggiunse “l’obiettivo della sintesi della arti”, concetto base del Neoplasticismo. La sedia Rosso – Blu rimase, per molto tempo, un pezzo unico, anche se la sua semplicità costruttiva ne avrebbe consentito la produzione in serie. Nel 1973 Cassina diede inizio alla produzione di quella che negli anni è divenuta una vera e propria icona di design del ‘900.
GERRIT THOMAS RIETVELD

Utrecht/Utrecht, 1888/1964