Lc4, CASSINA

1928. Chaise Longue progettata da Le Corbusier , Pierre Jeanneret, e Charlotte Perriand. Prodotta nel 1965 da Cassina. E’ un’icona assoluta, frutto della creatività e genialità del maestro per eccellenza dell’architettura moderna Le Corbusier. Il prototipo venne realizzato nel 1928 da Le Corbusier e la sua collaboratrice Charlotte Perriand. Composta da un sistema d’appoggio strutturato in maniera semplice ed ergonomica. Un piedistallo in acciaio sostiene la culla in acciaio cromato. La forma curva è in grado di oscillare, questo a secondo anche della posizione maggiore o minore dell’inclinazione del corpo. La Chaise-longue ha inclinazione variabile con culla in acciaio cromato trivalente lucido. Piedistallo in acciaio verniciato nero.

Materassino:
– pelle con pelo (poggiatesta in pelle nera);
– pelle (poggiatesta in pelle nera o nello stesso colore del materassino);
– tessuto autoportante écru (poggiatesta e poggiapiedi in pelle naturale, testa di moro o nera).
La Chaise Longue LC4 viene compleata da un poggiatesta cilindrico imbottito in ovatta di poliestere. Niente più dell’essenziale.

 


 

LE CORBUSIER

Chaux-de Fonds/Roquebrune-Cap-Martin, 1887/1965

Charles-Edouard Jeanneret, detto Le Corbusier, è nato a La Chaux-de Fonds, nel Giura Svizzero, nel 1887, ed è morto in Francia, a Roquebrune-Cap-Martin, sulla Costa Azzurra, nel 1965. La sua opera, nei primi tempi ostacolata per la sua presunta «rivoluzionalità» e per il piglio radicalista scaturito dalle esperienze «puriste», con il maturare dei tempi ha avuto e continua ad avere il giusto riconoscimento. Il suo messaggio viene sempre più assorbito da larghi strati di utenza, ed il suo atteggiamento di avanguardismo ad oltranza va interpretato nella giusta misura, riconoscendo cioè nel suo metodo progettuale, l’uso di sistemi razionali, con moduli e forme estremamente semplici, fondati sulla logica funzionale. «Funzionalismo non tanto rivolto alla rivalutazione della funzione simbolica, quanto a spodestare simboli che egli ritiene ormai inattuali e insignificanti e a restaurare come simbolica di nuovi valori, la funzione pratica». Nella sua attività di urbanista, architetto e designer, il suo metodo di ricerca, in un continuo processo di evoluzione, tocca a volte anche gli estremi opposti di un cospicuo linguaggio plastico.
Ne sono testimonianze:
– l’Unità di abitazione di Marsiglia (1946-52);
– la Cappella di Ronchamp (1950-55);
– Il Convento dei Domenicani «La Tourette» (1951-56);
– il Centro di Zurigo (1964-65);
– l’Ospedale di Venezia (1965).
Lo stesso impegno si ritrova nei mobili dell’Equipement intérieur de l’habitation (tavoli, sedie, poltrone, divani) progettati per il Salon d’Automne, 1928, insieme con Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand e nei “Casiers Standard”, sistema di mobili contenitori progettati per il Padiglione dell’Esprit Nouveau, 1925, insieme a Pierre Jeanneret.