Superleggera, CASSINA

1955. Gio Ponti.

Un paradigma del design italiano sul tema della modernità: un progetto nuovo per un nuovo modello di industria. Superleggera è un “oggetto primo” che esprime un momento di grande trasformazione, resa possibile dalla collaborazione fra architetto e maestranze dell’azienda.

La sedia nasce dalla volontà di Ponti di reinventare uno degli esempi più forti della tradizione vernacolare italiana, l’archetipo della sedia impagliata: la sedia di Chiavari, uno dei simboli dell’artigianato ligure sin dall’Ottocento.

Decide quindi di sviluppare il suo progetto seguendo i concetti chiave della storica seduta: leggerezza, semplicità e stabilità ma soprattutto bassi costi di produzione e d’acquisto. Il contesto economico – sociale del secondo dopoguerra era il momento ideale in cui realizzare oggetti d’arredamento dai costi contenuti soprattutto per andare incontro alle difficoltà economiche della popolazione.

Nel 1949 Ponti realizza il primo di due prototipi della sedia che aveva in mente, concentrandosi sulla parte formale ed ergonomica; la parte superiore dello schienale viene piegata leggermente all’indietro creando una linea moderna ma rimarcando comunque le sue origini.

Il 1951 è l’anno del secondo prototipo chiamato “Leggera”, qui la sedia di riferimento ligure la Chiavari, viene ridotta ai suoi elementi essenziali, pulito nella forma e alleggerito.

il 1955 è l’anno in cui viene a delinearsi il modello definitivo, poi immesso nel mercato nel 1957, la “Superleggera”.

L’intera struttura portante viene ri-progettata, gambe e montanti ridisegnati con una sezione triangolare di soli 18mm di spessore, una sezione che, disse Ponti, “assottigliando visualmente la forma, la esprime”; sugli incastri viene concentrata l’attenzione, al fine di migliorare le prestazioni della sedia dal punto di vista sia della robustezza che della leggerezza.

Vengono scelti materiali leggeri ad alte capacità meccaniche: frassino per la struttura e la canna indiana per la seduta, in alternativa a quest’ultima, essa poteva essere sostituita da un materiale di natura sintetica: cellophane colorato.

Risultato ottenuto: una sedia altamente tecnologica, ma fedele alle sue origini.

Nota come Superleggera, questa sedia è disponibile nelle seguenti versioni: struttura in frassino naturale oppure laccato bianco o nero con sedile in canna d’India; struttura in frassino naturale, tinto bianco o nero a poro aperto con sedile imbottito e rivestimento in tessuto o pelle; struttura in frassino laccato bicolore bianco e nero con sedile imbottito e rivestimento in pelle bianca o in pelle grafite.


 

CONOSCIAMO GIO PONTI

Milano, 1891/1979

Architetto, designer e artista, Gio Ponti (Milano 1891-1979) si laurea a Milano nel 1921 e si associa inizialmente con Emilio Lancia e Mino Fiocchi dal 1927 al 1933. Nel 1927 fonda il Labirinto, con Lancia, Buzzi, Marelli, Venini e Chiesa, per proporre arredi e oggetti di alto livello. Dal 1923 al 1930 è direttore artistico di Richard Ginori. Con la fondazione della rivista Domus nel 1928 (che, salvo brevi interruzioni, dirigerà fino alla morte), Ponti contribuisce intensamente al rinnovamento della produzione italiana del settore, cui dà nuovi impulsi. Partecipa da protagonista e sostiene le Biennali di Monza, poi Triennali di Milano, il premio Compasso d’oro e l’ADI (Associazione per il Disegno Industriale). Al Ponti architetto si deve il simbolo della Milano moderna, il grattacielo Pirelli, progettato nel 1956 con Fornaroli, Rosselli e Nervi. Nel 1951 realizza il secondo Palazzo Montecatini (il suo primo palazzo per uffici risale al 1938-39). Nel 1957 progetta la celeberrima Superleggera per Cassina, a coronamento di un rapporto di collaborazione lungo e fecondo. All’attività progettuale ha affiancato anche quella didattica, insegnando alla Facoltà di Architettura di Milano dal 1936 al 1961.