Rialto, CASSINA

1974. Sistema libreria progettato da Carlo Scarpa per Gavina.

Questo modello fu realizzato inizialmente da Carlo Scarpa negli anni ’70 per la sua casa e successivamente ridisegnato per Gavina, rendendolo compatibile con la produzione seriale.
Elementi componibili mediante un distanziatore, impiallacciati in frassino oppure interamente laccati opachi. Disponibili in due profondità:

– 22 cm. (8.7”) a giorno, corredati di blocco centrale e di 2 cassetti verniciati in finitura opaca.

– 33 cm. (13”) in tre versioni : a giorno, semiaperti o completi di ante (in frassino, in laccato opaco o in cristallo trasparente temprato). Rialto CH: versione con ante realizzata con la collaborazione di Carlo Bagnoli.

 


CONOSCIAMO CARLO SCARPA

Carlo Alberto Scarpa, intellettuale, artista, architetto e designer, nasce a nel 1906 Venezia, città dove riceve la propria formazione iniziando a frequentare nel 1919 la Reale Accademia di Belle Arti ed ottenendo nel 1926 il diploma di professore di disegno architettonico. Il diploma gli permette di cominciare la propria attività didattica presso lo IUAV, attività che porterà avanti con diversi ruoli fino al 1977. La carriera di designer inizia con la collaborazione presso i maestri vetrai, prima nella ditta Cappellini e C. dove per quattro anni sperimenta le possibilità creative offerte dal vetro, poi nell’azienda Venini dove assume dal 1934 al 1947 la direzione artistica, rinnovando il catalogo della vetreria veneziana attraverso una produzione chiara ed elegante, dalle forme semplici e stereometriche. Con Venini, Scarpa prende parte alle più prestigiose mostre internazionali del design e nel 1934 la Triennale di Milano gli conferisce il diploma d’onore per le creazioni in vetro. Negli anni successivi, il lavoro sul versante del design si concretizzerà nella produzione di oggetti per le aziende Flos, Bernini e soprattutto Gavina. Per quest’ultima realizzerà il negozio di Bologna (1961-63), opera di poco preceduta dal più noto negozio Olivetti di Venezia (1957-58), oltre ad alcuni arredi che sono diventate delle icone, come il tavolo Doge. Le opere di Carlo Scarpa sono contraddistinte dalla cura del particolare quasi maniacale. Il disegno ha per lui una funzione ineliminabile tanto da fargli sostenere “Posso vedere un’immagine solo se la disegno”. Con una strategia inversa a quella consueta, egli insiste sull’elaborazione dei dettagli, trattandoli come “opera intera” ed orientandosi a partire da questi per la connessione globale. Dal 1948, con l’allestimento della mostra antologica di Paul Klee, inizia una lunga e prolifica attività di collaborazione con la Biennale di Venezia, sperimentando grandi qualità di allestitore di opere d’arte, confermate dalle oltre 60 sistemazioni espositive e museali che ha progettato a livello internazionale negli anni. Carlo Scarpa muore in un incidente il 28 Novembre 1978 a Sendai, Giappone, paese che lo aveva accolto al suo secondo viaggio come grande maestro

Solo dopo la morte riceverà il conferimento della laurea honoris causa in architettura, ponendo fine ad un’interminabile diatriba sulla legittimità del suo operato architettonico in assenza di un titolo appropriato, cosa che non gli aveva impedito comunque di ricoprire la carica di rettore dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia dal 1971 al 1974.